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I ragionamenti di Barbara Radice, scaturiti da lunghi e appassionati studi tra le carte dell'autore, hanno consentito a Christoph Radl, come a Michele De Lucchi nell'allestimento, di scegliere e disporre con maestria, su un album di grande formato, gli scritti, talora riprodotti in suggestiva anastatica e le immagini (disegni, fotografie, bozzetti, studi, ambientazioni) così che affiorano informazioni sconosciute, memorie, intuizioni, connessioni per restituire da un'angolazione inedita tutta la forza dirompente di uno dei più grandi "maestri" del design italiano, di un intellettuale che metteva in discussione i luoghi comuni di un sistema di valori consolidato.